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Domi racconta la nascita e il successo di Ciliari

Tre canzoni pubblicate in circa sei mesi ed un successo di pubblico e critica indiscutibile. È un ritorno roboante quello di Domi Tinelli, nocese doc trapiantato a Milano, con il nuovo progetto Ciliari. In questa intervista il 30enne musicista racconta il passato e il presente di un progetto musicale nato in piena pandemia.

Quando e come è nato il progetto Ciliari?

C’è stato un periodo in cui mi sono completamente estraniato da tutto e da tutti. Avevo bisogno di prendere del tempo per me stesso, per ritrovarmi e creare qualcosa di nuovo. A volte nella vita arriva un momento in cui bisogna fermarsi ad ascoltare, per comprendere se stessi e quello che può farci stare davvero bene, per evolversi e andare avanti. Da questo periodo particolare è nato Ciliari.

Gli Amanti è un capitolo completamente chiuso?

Quello con Gli Amanti per me è stato un percorso importantissimo e stupendo, che mi ha regalato esperienze uniche e che sicuramente, in un modo o nell’altro, non smetterà mai di esistere, non mi abbandonerà mai, così come non mi abbandoneranno mai le canzoni che abbiamo scritto e suonato per anni. Spero possa essere lo stesso anche per chi ci ha sempre seguito. Il futuro è affascinante e ci sorprende proprio perché ancora non lo conosciamo, e quindi chissà, magari un giorno ci si rivede.

Il primo singolo del nuovo progetto, Nebbia, è stato pubblicato in piena pandemia. Da dove trae spunto? A che cosa ti sei ispirato?

Questa canzone l’ho prodotta con Riccardo Scirè e Roberto Pace, due autori e musicisti formidabili che hanno lavorato e lavorano tutt’ora al progetto Ciliari, e l’ho scritta prima della pandemia, ma è stata la prima ad uscire perché mi ha aiutato molto a superare un periodo difficile. È una sorta di presa di coscienza dei mille errori che si commettono nella vita. Per crescere e andare avanti è importante anche riconoscere e affrontare i propri errori, con la speranza che arrivi un soffio di vento a portarli via.

Perché “La notte è un film francese”?

Mi piace immaginare la notte come in uno di quei vecchi film francesi, un po’ bohémien, romantica, frizzante, decadente e malinconica. Solitamente me la vivo così, immagino di essere in un film in cui capita di tutto e poi arrivano i titoli di coda. Poi ci metto anche il fatto che le mie storie sentimentali sono sempre un gran casino. Questa canzone rappresenta anche questo modo di vivere la vita, un po’ alla Godard o alla Truffaut, due registi che adoro.

L’ultimo singolo “Io che non sono niente” è in collaborazione con il rapper Adel. Come vi siete conosciuti e che esperienza è stata la live session con lui?

Con Adel ci siamo conosciuti ormai una decina di anni fa, poco dopo il mio trasferimento a Milano. Abbiamo iniziato a lavorare nello stesso studio di registrazione quasi contemporaneamente e di lì siamo cresciuti insieme, sia a livello professionale che artistico. Adel è una delle prime persone che ho incontrato nella mia “nuova vita”, quella dopo il trasferimento, è diventato uno dei miei migliori amici. Da allora non abbiamo mai smesso di collaborare. Anche lui è cresciuto molto a livello professionale, ha già avuto molti riconoscimenti a livello nazionale (è uno degli autori di “Lezioni di volo” di Wrongonyou che ha vinto il premio della critica a Sanremo 2021) e ad oggi credo sia uno degli autori e producer più forti che abbiamo in Italia (oltre che rapper), e sono davvero fiero di averlo al mio fianco in questo progetto.

Tre brani in pochi mesi. Dobbiamo aspettarci un album a breve? Se si quando uscirà?

Non posso ancora dire di preciso quando uscirà il mio primo disco perché ci stiamo lavorando. Per ora sto procedendo a singoli perché mi piace dare importanza ad ogni brano che ho scritto, ma sicuramente racchiuderò tutto in un album.

Per i live invece ti stai già preparando? Ci sono già delle date? E infine, ti piacerebbe tornare a suonare davanti al pubblico della tua città natale? 

Anche per i live ci stiamo organizzando. Purtroppo il periodo lo conosciamo tutti e la situazione dei concerti non è semplicissima da gestire, ma la voglia di tornare a suonare su un palco è fortissima. Spero di poterlo fare presto e di suonare anche nel mio paese natale a cui sono molto legato.

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